Originario di Natal, nel nordest brasiliano, a 16 anni Tico da Costa, per gli amici Titico, s’imbatte con la spiritualità del Movimento dei Focolari. Lui stesso dirà: “In quel momento mi sono detto: questo fa proprio per me, ho trovato!”. E racconta: “Una notte, dopo quell’incontro, guardando il cielo carico di stelle, mi è parso che mi chiamassero… le stelle!… a portare la gioia e l’amore per il mondo”.

Prende forma così la sua nuova “avventura” di vita: una scelta che qualche anno dopo lo porterà prima a Recife e poi a Roma, dove trascorre diversi anni ad approfondire e far propria la dirompente spiritualità di Chiara Lubich. Al tempo stesso compone canzoni e incide dischi, conosce e frequenta artisti e cineasti come il maestro Podestà, Irio de Paula e Lina Wertmuller, si esibisce in concerti in Brasile, Stati Uniti, Italia, ottenendo un’accoglienza insospettata.

Era in tournée in Italia, quando gli è stata annunciata la grave e fulminea malattia. La sua reazione: «Sono qui davanti a voi con la certezza che ogni momento presente è il più importante. E questo momento è arrivato sotto la melodia del dolore, una melodia che sostiene il mondo, più forte della stessa musica. Perché ha in sé un mistero salvifico. (…) Non credevo che questo male fosse cresciuto così tanto. È maligno. Ma siccome io sono “benigno”, già l’ho vinto!».

Anche in questi momenti così estremi, “Titico” non si smentiva, e ha continuato ad essere sé stesso: un amante della “Vita”, capace di unificare in sé “amore” e “umore”.

«Non sappiamo quello che Dio vuole da noi. Domani, con Sara, parto per il Brasile, tornerò dai nostri figli, a combattere questa malattia: con molto amore, molto umorismo (…). Segue la Vita: ci ritroveremo lì tutti quanti, sicuramente».

Titico ci ha lasciato alla fine di agosto 2009. Del cantautore brasiliano ci resta la travolgente gioia di vivere, insieme alle sue numerose canzoni.

Il suo è stato veramente un canto alla “Vita”!

(da Città Nuova n. 20/2009)