9 febbraio 2025
Is 6,1-2ª.3-8; Salmo 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11
Lasciato tutto, lo seguirono
L’evangelista Luca e il profeta Isaia ci parlano della chiamata di Dio, della risposta e della missione dell’uomo.
Udii la voce del Signore: “Chi manderò …?”. Io risposi: “Eccomi, manda me!”, dice Isaia.
Pietro, manifestata la sua povertà e inadeguatezza, si fida di Gesù e pronuncia quella frase stupenda: “Sulla tua parola getterò le reti”; e Gesù fa di Pietro un annunciatore del vangelo: “Non temere, sarai pescatore di uomini”.
Il Signore, quando intende “chiamare”, “inviare” qualcuno, non fa l’esame delle sue virtù, ma guarda alla disponibilità: il peccato pensa lui a cancellarlo.
La chiamata a seguire Gesù è per tutti i cristiani: è una questione d’amore.
Fondamentale però è fare l’esperienza del suo amore misericordioso. Solo allora parte il cuore, ci si fida di lui e si è disposti, con fatica ma nella pace, perché innamorati di lui, a vivere anche il “crudo del vangelo”, senza rimpianti e calcoli. Diventiamo così partecipi e corresponsabili della missione di Gesù: realizzare un mondo nuovo fondato sull’amore.