Una sera uscendo di casa per il rosario, incontro una coppia di immigrati: appaiono sfiniti (avevano camminato inutilmente tutto il giorno in città in cerca di lavoro e aiuto, ed erano completamente digiuni). Lui, rumeno, si dichiara credente ortodosso, lei, ucraina, con una qualche fede, non precisata.

Capisco subito che non posso farli attendere, né delegare ad altri l’intervento. La Parola di Vita: “Fuoco sono venuto a portare… “, in quel momento diventa in me una spinta ad agire decisamente.

Li conduco in macchina alla casa di accoglienza “Il Samaritano”, poco lontana, ma ci vien detto che non è attrezzata per l’accoglienza di donne. Così, rispettando il desiderio della coppia di stare insieme, penso ad una soluzione presso una famiglia della parrocchia. E subito mi ricordo di Rita, una nostra amica vedova che, essendo sola, dona tempo e anche casa per i fratelli in difficoltà.

Le telefono, e, pronta, sento la risposta: “Va bene: accogliamo Gesù in questi fratelli”. Anche per lei è la Parola a suggerire ogni gesto.

Bella, affettuosa l’accoglienza nella sua casa: un po’ di distensione e riposo, finalmente, e poi una cenetta, tanto improvvisata quanto gradita, e consumata senza riserve o riguardi…

Lasciati poi quei fratelli per la notte in un comodo e lindo letto matrimoniale, mi accordo con Rita per il mattino seguente. Così, già prima delle 8 vado a prelevarli per tentare il possibile per un’eventuale occupazione in lavori stagionali. Dopo qualche telefonata dobbiamo arrenderci. Niente da fare.

Si rendono conto anche loro della realtà e, rassegnati, mi chiedono allora di portarli in stazione per il viaggio di ritorno. Sono delusi ma più sereni; e riconoscenti per l’amore concreto ricevuto. Do loro un’offerta (proprio per… amare fino in fondo) e li saluto, spiacente di non aver potuto fare di più. Mi rispondono, commossi, con un forte abbraccio, che mi dice quanto la Parola vissuta raggiunga la verità delle persone.

N. F., Verona