22 dicembre 2024 – 4aAVVENTO

Mi 5,1-4a /Eb 10,5-10/Le 1,39-45

Beata colei che ha creduto

(Le 1,45)

L’episodio della visita di Maria ad Elisabetta rappresenta una piccola conclusione delle due “annunciazioni” riportate da san Luca, quella di Zaccaria e quella di Maria. Inoltre diventa l’occasione del primo incontro tra il Precursore e il Messia. Con questo incontro cominciano a realizzarsi le promesse di salvezza di Dio. Elisabetta accoglie Maria e proclama la sua beatitudine, che dà un significato profondo alla sua maternità. Maria è colei che ha creduto nell’efficacia della Parola di Dio. Se la maternità è un dono unico e speciale a Maria, la sua fede è un modello universale per tutti i credenti: Maria è presentata come esempio di fede e modello di docilità alla Parola, è beata perché ha detto il suo sì per il concepimento del Figlio di Dio e per aver creduto a questo annuncio. In Maria si coniugano fede e opere.

Quella di Maria è la prima beatitudine, quella fondamentale (quella che sarà pronunciata anche dal Risorto: “Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno” Gv 20,29): la fede nella promessa, che permette al Signore di vivere oggi nel credente che lo ascolta. Chiediamo al Signore che il nostro cuore sia terreno buono che accoglie la Parola come essa è veramente, quale parola di Dio che opera in voi che credete (1Ts 2,13). In un inno della Chiesa orientale, Maria è chiamata la “tutta-orecchi”. Sia così anche per noi.

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