Era l’anno 1995: a Roma. Ero presente ad una cerimonia di professione della Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta; c’era anche la Madre e stava raccolta, seduta per terra vicina alle altre suore. Un fotografo a più riprese si avvicina a Madre Teresa e scatta ogni volta due o tre foto davanti al volto: il fastidio è evidente. Prendo l’iniziativa: invito cortesemente il fotografo ad essere più rispettoso e lo prego di attendere la fine della cerimonia.
Quando, concluso il rito, la Madre si alza, il fotografo torna all’attacco e la investe di flash tenendo la macchina fotografica sempre davanti al volto della suora. Mi permetto di dire con un po’ di disappunto: “Ma ci manca poco che le metta la macchina fotografica sul naso!”. Il fotografo mi risponde immediatamente e mi dice: “Desidero fotografare gli occhi di Madre Teresa; sono venuto per questo… Ha gli occhi più belli e più felici che io abbia mai visto; neppure le attrici o le regine hanno occhi che sprizzano questa gioia. Vorrei sapere perché”.
Madre Teresa ascoltava; fece un bel sorriso sentendo l’insolito apprezzamento riguardo al suo volto e poi aggiunse con disarmante semplicità: “Vuole sapere perché i miei occhi sono tanto felici? Il segreto è molto semplice: i miei occhi sono felici, perché le mie mani asciugano tante lacrime! Faccia anche lei così, le assicuro che proverà la stessa gioia”.
Il fotografo rimase sorpreso e, forse, non capì la profondità della risposta di Madre Teresa; però avvertì che, nel cuore di quella donna, Qualcuno teneva accesa una gioia inspiegabile. Se avesse continuato a frequentare Madre Teresa, avrebbe scoperto che quel Qualcuno era Gesù.
Mons. Angelo Comastri