17 novembre 2024 – 33a domenica t. ord.
Dn 12,1-3 / Eb 10,11-14.18 / Mc 13,24-32
Sappiate che Egli è vicino, alle porte (Mc 13,29)
La Parola che ci porta alla conclusione dell’anno liturgico della Chiesa ci fa inoltrare lo sguardo a un orizzonte indefinito: quando, come ritornerà Cristo? Lui risponde semplicemente: non sappiamo. Ma la Pasqua, il Risorto, ci parlano di vicinanza, di presenza. Una presenza che non è statica, ma che è nello stesso tempo attesa, incontro rinnovato. La fede ci porta a una attesa sempre nuova e più intima di Colui che dà il senso alla storia, alla vita, al presente e al futuro, al passeggero e all’eterno. La speranza ci dà la certezza di quello che crediamo. L’amore di Dio in noi addirittura fa presente Gesù in noi e tra noi, quando è comunicato e diventa scambievole: “dove due o tre sono uniti nel mio nome (cioè si amano vicendevolmente) – dice Gesù – io sono presente in mezzo a loro”.
È bella l’immagine del fico che mostra le prime foglioline. L’inverno sta per finire, ma l’attesa è per l’estate, per i frutti. Siamo in tensione per una realtà che in ogni momento viene con sempre maggior forza e abbiamo la certezza che il freddo della morte ormai non vincerà, è stato sconfitto.