Sono in pensione da alcuni anni. Durante il mio ultimo mese lavorativo avvertii nei miei collaboratori un certo fermento. Con delicatezza ma con una certa insistenza cercavano di capire il mio interesse su qualche oggetto. Ora magnificavano la bellezza di un orologio, ora le qualità di un televisore, ora la funzionalità di un servizio da tavola o la bellezza di un quadro.

Notando la mia perplessità indifferente, uno di loro si decise a parlare con chiarezza: “Alla fine del mese lei andrà in pensione e tra tutto il personale è stata raccolta una certa cifra per comprarle un regalo, ma vorremmo che fosse di suo gradimento…”. Gli risposi che l’unica cosa che mi era gradita era il ricordo del sentimento di amicizia che c’era fra tutti noi e suggerii di inviare la somma raccolta ad un istituto per la lotta contro la leucemia. Ho appreso poi che il mio comportamento è stato seguito da altri.

G. V, Spagna