È il periodo delle vacanze. Eugen e Inger hanno una nidiata di cinque bambini, il più piccolo dei quali ha solo qualche mese. Pensando giunto il momento di far conoscere ai nonni i nipotini, si imbarcano per la Scozia. Dato che non vivono nell’abbondanza, hanno prenotato per tutta la famiglia una cabina di quelle più a buon prezzo, vicino ai motori. Per il fracasso nessuno riesce a dormire; in quello spazio ristretto i bambini, due per cuccetta, non riescono a muoversi.
Nell’affrontare il viaggio di ritorno, Matthias che ha otto anni propone: “Papà, non abbiamo qualche soldo in più per prenotare una cabina un po’ più confortevole?”. Eugen conta i soldi che rimangono e risponde: “No, non ne ho abbastanza, ma potete sempre pregare perché possiamo avere una cabina migliore”.
All’imbarco c’è caos, dovuto al fatto che nel computer dove sono state registrate tutte le prenotazioni s’è cancellato il programma. Il controllore, vedendo che nell’auto di Eugen ci sono dei bambini, gli fa cenno di salire nella nave e aggiunge: “Eventualmente potete dormire in macchina”. Già questa è una “fortuna”, in quanto Eugen è riuscito a racimolare i soldi solo per pagare la nave, ma non per prenotare la cabina.
Dopo un paio d’ore, impietosita nel vedere i bambini così stanchi, una signora del personale apre loro due comode cabine sul ponte superiore. Matthias esclama: “Papà, abbiamo pregato troppo!”.
E. I., Olanda