Sono per strada a Manila. Mi avvicina un giovane e, quand’è a un passo da me, sfodera un coltello e me lo punta contro: «Dammi tutti i tuoi soldi», mi impone.
«Ma certo – rispondo -, anzi, mi sembra che hai fame. Guarda, lì c’è un ristorante, vieni là e mangia e bevi tutto ciò che vuoi». E un po’ sconcertato, ma mi segue. Mangia e beve a sazietà, mentre io mi informo con amore su tutta la sua famiglia. Egli mi dice che ha bisogno di tutto: cibo, vestiti, scarpe… Gli prometto di preparargli per l’indomani una scatola di vestiario e gli do il mio indirizzo. Se ne va rasserenato.
L’indomani arriva titubante, pronto a scappare, temendo un tranello. Prende il pacco e mi dice: «Anche il mio vicino di casa è povero come me e ha bisogno d’essere aiutato». Lo invito a tornare l’indomani a prendere delle cose per l’amico.
Torna, mi guarda, gli sorrido e gli offro il nuovo pacco. Io sono felice perché do da mangiare e da vestire a Gesù in lui. Lui si getta in ginocchio e, tremando, esclama: «Tu sei un sacerdote, confessami». Lo ascolto e parte felice!
Da allora, lui, i suoi e la famiglia del suo amico vengono alle nostre riunioni di comunità.
G.M. – Filippine