SS. Trinità, 26 maggio

Con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,16-20)

Abbiamo tutti la patente d’apostoli; quell’andate è detto per noi. Non c’è bisogno di chiamarsi Pietro, o Giacomo o Giovanni. È una parola che passa i secoli, un incarico a tempo indeterminato, valido per tutte le latitudini della terra.

Come fare? Giovanni Paolo II ha percorso il mondo ad ammaestrare, a battezzare. Ha portato dovunque il nome di quei Tre e ha detto chiaro: chi vuol essere della famiglia del Padre, del Figlio e dello Spirito non può permettersi di mortificare i suoi simili, di opprimerli e tormentarli. Dio lo si ama negli uomini o non lo si ama. Ma lui è il successore di Pietro. Noi invece siamo poveretti, a malapena capaci di tener viva la fede nostra, figurarsi se possiamo andare, ammaestrare, battezzare.

Però, a pensarci meglio, anche gli apostoli “dubitavano”. Anche loro, pur avendo potuto veder Gesù a faccia a faccia, temevano di non farcela, come noi. Allora non occorre esser papi, né vescovi, nemmeno preti e suore, per far la nostra parte. Neanche dobbiamo preoccuparci di andar per il mondo: basterà un colpo d’occhio all’intorno, e il mondo lo troveremo lì, dove viviamo. Magari in casa nostra. Non è forse vero che c’è bisogno d’innaffiare ogni tanto la pianta della fede anche dov’è già robusta?

Chi ha figli piccoli lo sa: prima o poi arrivano le domande su Dio e su Gesù. Ecco il mondo da ammaestrare. Cercar di far entrare in quelle testoline poche semplici cose. Dio ci è padre, Gesù ci è fratello. “E lo Spirito?”. Già, lo Spirito. “Ecco, è come un amico, il migliore che ci sia. Uno che vuol sempre starci accanto, consigliarci bene, darci luce quand’è buio. È una voce che ci parla nel silenzio, un compagno nella solitudine, una gioia contro la tristezza”.

È più difficile andare a parlar di Dio per il mondo, o sedersi la sera sul letto dei bambini a rispondere a quelle domande? Ecco un compito da apostoli, anche quando i figli crescono. Quanti lo sanno, quanti lo fanno? E quanti di quelli che piangono figli perduti l’hanno fatto?

Però, questo Vangelo. Mai che ti lasci in pace o ti esoneri. Uno pensa che riguardi gli altri, poi, scava scava, ecco che parla di te, parla per te. Parole dette da duemila anni, sempre addosso alla vita. Ci tocca andare, anche oggi. Un viaggio di pochi passi, a volte. Ma importante come quelli di Pietro, di Paolo e di Giovanni Paolo.

Si tratta sempre di parlare di quei Tre, anzi di farli vivere. Anche quando sembra che nessuno ascolti, anche se temiamo di non essere all’altezza, bisogna insistere e vincere lo scoramento e rifiutare gli alibi. Ha detto Gesù: “lo sono con voi fino alla fine del mondo”. È la firma sotto un contratto di validità eterna. È lui che s’impegna a fare la sua parte insieme a noi. Ha detto: “Andate”, ma ci accompagna!

(elledici.com)

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