12 novembre 2023 – XXXII domenica Tempo Ordinario
Ecco lo sposo! Andategli incontro! (Mt 25,6)
La “parabola delle dieci vergini”, che oggi ascoltiamo, fa parte del discorso “escatologico”, quello cioè che riguarda le cose ultime della nostra vita. È l’ultimo grande discorso (i capitoli 24 e 25) che Matteo mette in bocca a Gesù. In particolare questa parabola invita a mantenere viva la certezza del ritorno del Signore e suggerisce come comportarsi nel tempo dell’attesa. Essa insegna che bisogna essere pronti ad ogni evenienza (anche al ritardo della venuta del Signore) e che il ritardo non deve significare darsi alla pazza gioia. È bello pensare che l’arrivo di Gesù è paragonato all’arrivo dello sposo. Quest’immagine infatti richiama conoscenza, consuetudine di vita, accoglienza, intimità, condivisione, perdono… e molto altro. Tutte quelle virtù che possono fare bella e intensa la vita cristiana.
È bello pensare al nostro rapporto con Dio con l’immagine dello sposo. Questo sposo che, pensando alla parabola, è colui che è atteso, è colui che sta arrivando, è colui che è arrivato. Davanti a lui ci siamo noi, che “usciamo incontro allo sposo”. Un incontro caratterizzato dalla disponibilità e dalla prontezza.
Anche noi siamo invitati ad attendere Dio come Colui che viene. Noi, comunità cristiana, possiamo vivere il tempo presente come il tempo dell’attesa del ritorno del Signore; è necessario essere vigilanti perché nessuno conosce il momento del suo ritorno. L’olio delle lampade diventa il simbolo del fare la volontà di Dio, delle opere buone. La lampada accesa esprime il desiderio e l’impegno di rimanere sempre accanto a Dio e di lasciarci guidare dalla sua Parola e la volontà che la Legge del Signore sia lampada e luce in tutti i passi del cammino della vita, come dice il salmo “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (119,105).
Da ultimo, è bello pensare che il nostro andare verso lo sposo è in realtà un incontro, perché egli per primo viene verso di noi.