17 settembre 2023 – XXIV domenica Tempo Ordinario 

Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette (Mt 18,22) 

Certamente abbiamo fatto esperienza della misericordia di Dio. È senza limiti e il suo giudizio verso i peccatori è sempre di perdono. Da questa caratteristica di Dio nasce per noi cristiani l’esigenza di perdonare il prossimo con la stessa larghezza e misericordia con cui noi stessi siamo perdonati da Dio.  

Nel vangelo di questa domenica sentiamo Pietro che si avvicina a Gesù, si rivolge a lui col titolo di Signore e lo interroga sul perdono, un argomento importante nei rapporti umani (v 21). Il caso proposto da Pietro è preciso nell’indicazione degli attori. Chi pecca è “il mio fratello”, cioè un membro della comunità. Pietro si considera danneggiato dal comportamento del fratello. Pietro non chiede come comportarsi, ma parte dal presupposto che l’unica reazione sia il perdono. Il problema riguarda “quante volte” si debba accordare il perdono. La risposta prospettata da Pietro pone come limite “sette volte”. Alcuni testi biblici invitavano a concedere il perdono per almeno tre volte, come Dio “che perdona l’uomo due, tre volte”, secondo quanto scrive Giobbe (33,29). A Pietro quindi pareva già di essere ardito e generoso immaginando un perdono fino a sette volte.  

Gesù, invece, va oltre spezzando la concezione quantitativa del perdono. Egli utilizza la proposta di Pietro e la integra con una risposta, che giocando sul numero, esprime la totalità: parla di “settanta volte sette” (v 22), che equivale a sempre. Il perdono dev’essere continuo, totale e assoluto. È una richiesta esigente, e Gesù la illustra con la parabola del servo spietato. La lezione che il Maestro indirizza alla sua comunità è limpida e non ammette eccezioni. Il discepolo deve essere sempre pronto e gioioso nel concedere il perdono senza ricorrere a scusanti o a distinzioni vane.  

Sappiamo che questo perdono dato al fratello ha una radice profonda: dobbiamo riconoscere che noi per primi siamo dei perdonati da Dio. E la parola perdono significa “dono super”: il Padre celeste infatti ci usa una misericordia senza limiti, non pone confini alla sua bontà, anche se molte volte ne approfittiamo. Chiediamo di avere il cuore di Dio! 

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