L’anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46) 

Il brano evangelico ci racconta la visita che Maria fa alla cugina Elisabetta. Viene presentata come la visita di Dio al suo popolo. Tutto il brano è il racconto dell’intervento delle due donne: Elisabetta, che proclama beata Maria perché ha creduto alla parola di Dio; e Maria che magnifica il Signore. Due donne che si parlano, ma soprattutto parlano agli altri: non parlano principalmente di se stesse, ma di Dio, di ciò che lui fa succedere e di come noi possiamo accoglierlo.  

Quando Maria arriva da Elisabetta la sua presenza mette “in agitazione” Elisabetta, Giovanni Battista e lo Spirito Santo. Uno Spirito, che già conosce Maria. L’ha resa feconda. Lo stesso Spirito che “riempie” Elisabetta e “riempirà” anche Zaccaria sciogliendo la sua lingua. La benedizione per Maria di Elisabetta sgorga da un cuore colmo di Spirito Santo e Maria è beata perché ascolta la parola. Ella va da Elisabetta non per verificare se l’angelo ha ragione e se la sua anziana parente ha concepito, ma per celebrare la stessa potenza di Dio che ha operato in entrambe. La Madre del Signore e la Madre del Precursore si incontrano nella stessa grazia e nella stessa pienezza di Spirito. Colui che ha fatto grandi cose in Maria è lo stesso che ha cambiato il corso della sterile natura in Elisabetta. È quindi la storia di due donne che obbediscono al piano di Dio. E lo fanno con “fretta”, con urgenza.  

Quel Signore che la Vergine Maria porta in sé è lo stesso che la invita ad andare, a raccontare, a cantare le meraviglie che lui ancora compie. Sono “grandi” le opere che nel cuore della Vergine e di tutti quelli che credono possono ancora avverarsi. Per questo Maria “magnifica” il Dio che sceglie gli umili, abbassa i potenti, fa valere gli ultimi, ascolta il grido dei suoi servi, stende il braccio della sua misericordia senza limiti, rimanda a casa i ricchi, solleva i poveri. Grandi sono le opere del Signore: chi le contempla è beato.