30 gennaio 2022 – 4a domenica Tempo Ordinario
Nessun profeta è bene accetto nella sua patria (Lc 4,24)
La comunità cristiana è chiamata a continuare la missione di Gesù nel mondo: annunciare la sua parola di liberazione, la promessa di “grazia”, che Egli proclamò nella sinagoga di Nazaret. Per fare questo ogni comunità cristiana è chiamata ad essere “profetica”, in quanto portatrice di questa parola e della promessa ad essa legata. Il vangelo di questa domenica presenta Gesù come colui nel quale trovano compimento le antiche profezie e mostra le possibili reazioni nei suoi confronti.
Siamo ancora nella sinagoga di Nazaret e i suoi frequentatori, pur scorgendo qualcosa di sublime nella parola e nell’azione del loro concittadino, non fanno il “salto” della fede. Sono troppo ancorati alla conoscenza che hanno di sé stessi e di Lui; credono di possederne l’identità e sono convinti che nulla Gesù può fare nei loro confronti. Il loro risentimento sfocia in un rifiuto, che non permette al Figlio di Dio di realizzare per loro alcuna opera di salvezza.
Luca ci racconta questo episodio per metterci in guardia: anche a noi può capitare la stessa cosa, accaduta agli abitanti di Nazaret. Siamo credenti dall’inizio della nostra esistenza terrena e spesso pensiamo di sapere come Dio si presenta nella nostra vita. Ma sappiamo anche che Dio ci spiazza sempre. Allora occorre attenzione a non far morire la Parola rivoltaci. Porgiamo l’orecchio ad ogni sua voce, cerchiamolo ulteriormente, preghiamo affinché Colui che ci rivela il Padre sia guida per intraprendere un nuovo itinerario di vita. Mettiamoci alla sua sequela, non deviamo dal suo cammino. Diamo fiducia a Dio e con Lui faremo cose grandi e meravigliose.