13 giugno 2021 – 11a domenica Tempo Ordinario
Ez 17,22-24 / 2Cor 5,6-10 / Mc 4,26-34
È come un granello di senape (Mc 4,31)
Se guardiamo dentro di noi e attorno a noi possiamo cogliere l’attesa, il desiderio, la speranza di un mondo più fraterno e umano. Gesù ci suggerisce che questo sarà opera di Dio e ci offre la presenza di Dio e la sua volontà come criteri del nostro modo di agire. È Dio che può far crescere l’umanità; è Lui la sorgente della vera umanizzazione.
Per il vangelo odierno la crescita del piccolo seme gettato nel terreno richiede da parte nostra gli atteggiamenti della pazienza e dell’attenzione: noi siamo chiamati a collaborare alla realizzazione del “Regno di Dio”, ma non ne siamo i padroni. L’opera silenziosa di Dio nella storia può solo suscitare in noi lo stupore a cui possiamo rispondere con la nostra possibilità ad accoglierla.
Gesù ci racconta oggi due parabole nelle quali protagonisti sono dei semi. L’accento non viene posto sulla necessaria accoglienza da riservare al seme, ma sulla sua forza misteriosa, che il contadino deve solo accompagnare. Il campo di Dio è questo mondo, il suo Regno cresce dentro le vicende della storia. All’uomo credente tocca l’impegno della contemplazione e della cura.
Anche perché Dio ci viene incontro con il suo stile. Egli per venire su questa terra si è fatto bambino, per gran parte della sua esistenza tra noi è rimasto nella bottega del falegname, ha chiamato a seguirlo uomini e donne umili, con pregi e difetti, ha parlato in modo che noi creature potessimo comprendere il linguaggio divino. Allora questa pagina evangelica ci parla di pazienza, che è attenzione al tempo di Dio e al tempo dell’altro.
Sappiamo poi che il tempo si vive al plurale, con gli altri, facendone un evento di relazione, di incontro e di amore. Pazienza che diventa attenzione ai piccoli o grandi segni di bene in noi e attorno a noi, segni che ci parlano di Dio e ci chiamano ad operare a nostra volta il bene.