7 febbraio 2021 – 5a domenica Tempo Ordinario
Gb 7,1-4.6-7 / 1Cor 9,16-19.22-23 / Mc 1,29-39
Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!” (Mc 1,37)
La guarigione di persone malate è, nel vangelo, uno dei segni della presenza del regno di Dio tra gli uomini. Guarendo le persone, nel corpo e nello spirito, Gesù si manifesta come Salvatore. Il vangelo proclamato oggi nella liturgia conferma, attraverso tre quadri densi di significato, questo annuncio: Gesù è il nostro Salvatore. Chi lo accoglie come tale e sperimenta la sua presenza liberante, si trasforma in testimone di questa grande esperienza di vita.
Marco ci racconta una giornata di Gesù: egli esce dalla sinagoga di Cafarnao ed entra nella casa di Pietro; poche parole per dire a Gesù che la suocera è malata e Gesù la guarisce; lei si mette a servirli. Poi Gesù sul far della sera guarisce i malati, scaccia i demoni e non li lascia parlare. Dopo la notte, sul far del giorno, “quando era ancora buio”, Gesù si ritira “in un luogo deserto, e la pregava”: la sua azione è radicata nel Padre e da lui ispirata.
Gli apostoli, quando si accorgono che Gesù è uscito da solo, si mettono sulle sue tracce e, trovatolo, gli dicono: “tutti ti cercano”. Bellissimo questo verbo: “cercare”: la gente se vuole fare esperienza dell’amore di Dio, presente in Gesù, deve darsi da fare, deve cercare, deve imparare a seguire e a conoscere Gesù. Gesù si offre, si dona; a noi il “dolce” compito di cercare i segni della sua presenza e del suo amore. Perché Gesù in questa ricerca non ci ha lasciati soli. Come nel gioco della “caccia al tesoro” ci ha dato delle indicazioni, degli indizi che ci permettono di scoprire la sua presenza.
Pensiamo a quando Gesù ci dice che quello che noi facciamo agli altri, egli lo ritiene fatto a sé: “l’avete fatto a me”. Questo significa che quando io faccio un atto di amore, io lo faccio a Gesù. Ma anche “chi ascolta voi, ascolta me”. Proviamo in questa settimana: quante scoperte faremo!
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43a Giornata nazionale per la vita
“Libertà e vita”