Nm 6,22-27 / Gal 4,4-7 / Lc 2,16-21
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2,19)
La maternità di Maria ha un duplice volto e questo giustifica la posizione del tutto speciale che Lei assume nella storia cristiana. Da una parte è la Madre attraverso la quale Dio prende dimora tra gli uomini; dall’altra, proprio attraverso il Figlio che è vero uomo e vero Dio, lei continua a trasmettere agli uomini la possibilità di partecipare alla vita divina. Maria ha ricevuto il dono di essere Madre di Gesù non solo per se stessa, ma per tutta l’umanità.
Il vangelo di questa solennità ci fa rivivere il significato del Natale, con tutti i suoi personaggi e il suo clima: i pastori, simbolo dell’umanità che attende il suo riscatto; Giuseppe, che nel silenzio custodisce e protegge il mistero; il Bambino che nella sua fragilità altro non chiede se non di essere accolto. E Maria, che in tale clima “custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Bellissimo questo atteggiamento di Maria! Innanzitutto ci dice che la comprensione di un evento tanto misterioso e singolare ha bisogno di una lenta maturazione. In questa Maria impegna tutte le sue facoltà; l’intelletto, la sua volontà e la sua affettività, il suo cuore.
Quello di Maria è l’atteggiamento sapienziale di quanti accolgono la Parola, la meditano, progressivamente ne scoprono il significato e la conservano nel cuore per metterla in pratica. Per due volte nei primi capitoli del suo vangelo Luca sottolinea questo atteggiamento di Maria per dirci la sua importanza per la vita cristiana e farci capire che quello che lui scrive dell’infanzia di Gesù ha in Maria, sua madre, la fonte. Facciamo nostro questo modo di essere di Maria.
Custodiamo nel cuore quello che abbiamo celebrato in queste feste, meditiamolo per essere anche noi, almeno un poco, come Maria, capaci di donare Gesù a questo nostro mondo.