Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; 1Cor 15,20-27a / Lc 1,39-56
L’anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46)
Nel vangelo di oggi Luca narra la visita di Maria a sua cugina Elisabetta. Nell’incontro, Maria canta il Magnificat. È bello vedere come Maria in questo cantico unisce la sua voce a quella di altre donne dell’Antico Testamento, che pure hanno intonato un cantico al Signore.
A partire da un unico centro, Dio, l’orizzonte del Magnificat si allarga sempre più come a cerchi concentrici: Dio e Maria, Dio e gli umili, Dio e Israele.
I primi versetti contengono il cuore del cantico. Maria esprime i suoi sentimenti profondi. Come nell’annunciazione si dichiara “serva” del Signore. Il motivo della sua lode è l’azione che il Signore ha realizzato in suo favore. Per questo gli manifesta la sua lode con gioia, consapevole della sua beatitudine.
Nel Magnificat, divenuto il cantico dei cristiani di tutte le epoche, si apre il contrasto tra potenza e povertà: da un lato si innalzano i troni, i potenti, i ricchi; dall’altro si affollano gli umili, i poveri, gli affamati. Maria si sente dalla parte di questi ultimi. Su questa folla, guidata dalla Madre del Signore, si alza il braccio di Dio che li difende e li protegge.
Pregando anche noi questo cantico ci sentiamo inseriti in una storia, che è storia di amore di Dio per noi. Anche noi come Maria possiamo lodare il Signore per tutto quello che ci dona. Possiamo lodarlo perché anche nei momenti difficili non ci abbandona, ma ci sostiene con la sua grazia. Ci dona la gioia e la forza di realizzare il sogno che Lui, Dio, ha su ciascuno di noi, e su noi insieme come famiglia umana. Dio rimane fedele alle sue promesse.