15 marzo 2020 – 3ª Quaresima
Esodo 17,3-7 / Romani 5,1-2.5-8 / Giovanni 4,5-42
Se tu conoscessi il dono di Dio (Gv 4,10)
Il colloquio di Gesù con la donna samaritana apre un orizzonte di salvezza a tutta l’umanità, al di là di ogni barriera o pregiudizio: la vera adorazione di Dio non è legata a condizionamenti umani, ma alla disponibilità a lasciarci guidare dallo Spirito. Nel vangelo di questa domenica la sete della donna samaritana si manifesta come un bisogno più profondo di quello fisico: è desiderio di vita, che solo Gesù può colmare. Sposta il dialogo dalla sua sete al dono che egli può fare. Con una lenta progressione conduce la samaritana a passare dalla sete di acqua a quella di vita eterna, dal culto antico all’adorazione in spirito e verità. Gesù le fa scoprire l’esistenza di un’acqua “altra”: non è l’acqua raccolta in un pozzo, che inevitabilmente sa di terra.
C’è un’acqua viva, un’acqua che disseta la profondità del nostro essere, un’acqua che sgorga fresca per sempre e che porta una vita nuova nella nostra esistenza. Gesù stesso, la sua parola, la sua “rivelazione” sono indicati con questo dono, che più avanti nel suo vangelo Giovanni identificherà con lo Spirito Santo (Gv 7,38-39). Allora oggi la Parola diventa invito per ciascuno di noi a far l’esperienza dello Spirito Santo, di cui siamo dimora, “tempio”. Lui ci aiuterà ad accogliere e a mettere in pratica la parola di Gesù e a comunicare, attraverso la nostra testimonianza, la gioia di essere discepoli di Cristo, di essere “illuminati” (così erano chiamati i primi cristiani) dalla luce della sua Parola.