Ultimamente, contro ogni previsione, ci siamo visti assegnare un lavoro per il quale ci eravamo presentati assieme ad altre ditte associate.
Ci siamo chiesti come fosse stato possibile, visto che le ditte concorrenti avevano offerto prezzi più vantaggiosi.
Abbiamo poi scoperto che uno dei nostri soci, a nostra insaputa, aveva fatto pressione su un amministratore pubblico perché manomettesse i documenti del concorso e la scelta cadesse su di noi.
Per noi è stato un duro colpo, ci siamo sentiti messi in trappola dagli amici. Dopo aver discusso col socio in questione, che con rincrescimento ha ammesso l’azione disonesta, abbiamo tentato il tutto per tutto: prima che l’assegnazione del lavoro diventasse ufficiale ci siamo rivolti all’amministratore pubblico, chiedendogli di riammettere le altre ditte al concorso.
Evidentemente così abbiamo perso il lavoro, ma abbiamo ritrovato un rapporto di verità, di rinnovata amicizia e fiducia con il nostro socio che ha sottoscritto idealmente davanti a noi una “dichiarazione di onestà”.
E.D.C.