29 dicembre 2019 – S. FAMIGLIA
Siracide 3,3-7.14-17a / Colossesi 3,12-21 / Matteo 2,13-15.19-23
Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto (Mt 2,13)
La festa della Santa Famiglia è strettamente collegata al Natale: in questa famiglia Gesù ha vissuto gran parte della sua esistenza terrena, in essa ha assorbito valori, esempi e conoscenze, ha fatto esperienza di gioie, sofferenze e preoccupazioni. La vita delle persone che la compongono ci appare guidata da una profonda fede e dal desiderio di rispondere al progetto di Dio su di loro. La comunione, che in questa famiglia si concretizza di giorno in giorno, può essere per noi l’immagine viva di una “piccola Chiesa domestica”.
Fra gli evangelisti, solo Matteo ricorre per sei volte alla metafora “attraverso un sogno”. Questi sogni non sono altro che l’immagine biblica con cui l’evangelista mette in risalto la disposizione interiore di Giuseppe che ricerca sempre la volontà di Dio e non agisce se non in conformità con essa. Per tre volte in questi “sogni” Matteo presenta le richieste del Signore e la risposta di Giuseppe con la stessa espressione “prendere con sè”. Non proferisce una parola Giuseppe, ascolta la voce del Signore e subito mette in atto ciò che gli è stato chiesto: si prende cura delle due persone deboli e bisognose di protezione che gli sono state affidate.
Il messaggio che arriva a noi da questo atteggiamento è preciso: mantenersi sempre in ascolto della parola di Dio, per cogliere in ogni circostanza, in ogni evento della vita la sua volontà. E il coraggio poi di rimettere in discussione i propri progetti quando ci rendiamo conto che non sono in sintonia con quelli di Dio. Notiamo pure che Giuseppe non fa nulla per sé; ogni sua azione è compiuta per la vita, la salvezza e il bene degli altri. Certamente anche noi abbiamo fatto Natale, abbiamo incontrato e accolto Gesù. Ora noi siamo chiamati a custodire e a difendere la sua presenza nella nostra vita.