24 novembre 2019 – CRISTO RE
2Samuele 5,1-3 / Colossesi 1,12-20 / Luca 23,35-43
Gesù, ricordati di me… (Lc 23,42)
L’anno liturgico si chiude indicando in Cristo, Re dell’universo, la chiave di lettura del mondo e della storia. L’elezione di Davide a pastore d’Israele (1a lettura) prefigura la costituzione del Cristo a capo della Chiesa e Signore dell’universo (2alettura). Il suo modo di gestire il potere è assolutamente nuovo: non tramite la forza, ma nella debolezza della croce; non per dominare e sfruttare gli altri, ma per liberarli e promuovere il loro vero bene (vangelo).
La croce con la scritta “costui è il re dei Giudei” è l’immagine di Cristo re che ci presenta la liturgia. Il suo regno, il frutto della sua sovranità è la salvezza, che si accoglie come un dono. Il re è colui che si è spogliato di tutto, delle vesti e della dignità; il suo regnare viene dal dono totale di sé e il vivere per gli altri giunge alla sua conclusione più tragica: venire ucciso. È lui che poche ore prima aveva detto: “non c’è amore più grande di colui che dà la vita per gli amici”. Ed è per questo che san Luca fa emergere l’attenzione di Gesù verso gli altri, anche sulla croce. C’è una promessa nei confronti del malfattore che riconosce i suoi errori e che gli chiede di ricordarsi di lui: “oggi sarai con me nel paradiso”.
Il donare la vita, il salvare e sanare tutti aveva caratterizzato tutta l’esistenza terrena di Gesù: era naturale quindi che così fossero anche gli ultimi istanti. E Gesù offre a tutti e in ogni momento la possibilità di incontrarlo come il Signore della vita. Allora come è bella l’invocazione di quel ladrone: “Gesù, ricordati di me”. Gesù, mettimi nel tuo cuore. Sempre Gesù aveva messo le persone incontrate nel suo cuore: le aveva amate donando tutto se stesso. Così possiamo fare anche noi.