Da quando abbiamo divorziato, mia moglie sta facendo di tutto per allontanare i figli da me. Io la amo ancora, ma lei non ha saputo accettare la mia debolezza: l’alcol. Nella solitudine comprendo quanto abbia sbagliato ad aver vissuto per il successo e per apparire più degli altri che invidiavo: macchina nuova, vestiti sempre alla moda… Oggi misuro la mia povertà e il mio fallimento.
Una sera al ristorante, noto un uomo solo, come me. Lo avvicino e vengo a sapere che anche lui è nelle mie stesse condizioni. Inizia una certa frequentazione: ci ritroviamo a giocare a carte. Un giorno, mi confida che gli è stato diagnosticato un cancro e che è ormai tempo di pensare al trapasso. Ho un amico sacerdote che talvolta si unisce a noi nel gioco delle carte ed è proprio lui a insegnarci come utilizzare bene il tempo.
Giorno dopo giorno andiamo scoprendo quale tesoro sia la fede, un tesoro dentro di noi. Dobbiamo soltanto disseppellirlo. In questa ritrovata serenità anche il rapporto con moglie e figli sta cambiando.
T. G. – Usa