Questa vedova… ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri (Mc 12,43)
Il comportamento generoso di due vedove, quella di Sarepta che aiuta Elia (1a lettura) e quella dell’obolo (vangelo), sta al centro del messaggio odierno. Esso viene contrapposto a quello vanitoso e ipocrita degli scribi e dei ricchi. Nel contrasto tra i due mondi, emerge tutta la ricchezza di virtù dei primi e la povertà umana dei secondi. È la vedova, espressione tipica dei poveri e dei deboli, a ricevere il premio da Dio (1alettura), la lode di Gesù, mentre ai farisei e ai ricchi non va che la condanna (vangelo).
All’ospitalità della vedova di Sarepta, corrisponde nel vangelo il gesto generoso di un’altra vedova. In ambedue i casi non si tratta di grandi cose: la prima offre a Elia una “piccola focaccia” (v 13); la seconda mette nel tesoro del tempio “due monetine, che fanno un soldo”. Rappresentano però tutto il loro avere (v 12), il necessario per vivere (v 44), di cui si privano per i bisogni altrui. Gesù loda la vedova per la sua generosità. Infatti, pur avendo donato qualcosa di quantitativamente insignificante, ha donato più di tutti gli altri (v 43) perché ha donato tutto quello che aveva.
Davanti a Dio non conta la quantità (il poco o il molto), ma la totalità, l’atteggiamento con cui si offre. Dio da noi vuole tutto, vuole che apparteniamo senza mezze misure a Lui e ai fratelli. Vuole che ci sentiamo implicati nel dono fatto. Come Gesù: è colui che dà tutto quello che ha, che ha dato tutto se stesso. Si è donato tutto agli uomini e con ciò si è dato a Dio. Egli propone che da parte nostra ci doniamo completamente alla volontà e alle richieste di Dio, che spesso ci arrivano dai fratelli.