Vendi quello che hai… dallo ai poveri… e vieni! Seguimi! (Mc 10,21)
La ricchezza tenta l’uomo: essa costituisce uno dei seri ostacoli per accedere al regno di Dio. Per questo chi vuole seguire Gesù è invitato a condividere i suoi beni con i poveri (vangelo). Sono infatti altri i valori che devono prendere il primo posto nella vita umana: la saggezza (1a lettura) e la parola di Dio (2a lettura). Gesù si mostra molto critico nei confronti della ricchezza. Per seguirlo occorre “vendere” quanto si possiede e darlo ai poveri (v 21). È difficile infatti per coloro che “possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio” (v 23), anzi è quasi impossibile (v 25). L’odierno episodio del ricco che avvicina Gesù ne è una chiara testimonianza.
Ma perché?, viene spontaneo chiedersi. La risposta giunge dalla nostra stessa esperienza. La ricchezzaha una forte capacità seduttrice sull’uomo, tende a diventare l’unico valore importante della vita. Essadiscrimina i fratelli perché crea i poveri. E finché c’è un povero, al cristiano non è lecito essere ricco. Per essere seguaci di Cristo non basta l’osservanza dei comandamenti: egli propone delle esigenze di amore e di solidarietà ben più radicali (v 21). Ci aiuta, in questo, il pensare che quello che siamo e che possediamo non è nostro. È affidato a noi come amministratori. Sappiamo infatti che la povertà non è una faccenda economica. Non è un problema di portafoglio, ma di cuore. La povertà ci aiuta a fare l’esperienza dei “limiti”, il cui effetto è quello di aprirsi a Dio in un’attesa piena di fiducia. Viviamo allora guardando all’altro come ad un fratello, ad uno che fa parte della nostra stessa famiglia. Perché a Gesù interessa che noi accettiamo l’amore di Dio, che abbiamo fiducia in Lui e che trasmettiamo a nostra volta l’amore.