Gesù in persona stette in mezzo a loro (Lc 24,36)
Il tema della conversione potrebbe sembrare un discorso da avvento o da quaresima: è invece una proposta eminentemente pasquale. In effetti caratterizza le tre letture odierne: risuona nelle parole del Risorto ai discepoli (vangelo), rappresenta la conclusione del discorso di Pietro (1a lettura), è il nucleo della riflessione di Giovanni (2a lettura).
È una lieta novella questa che non va tenuta nascosta a nessuno, ma deve essere comunicata al mondo intero. Cioè che il male può e deve essere vinto, che dove giunge il Cristo, dove si segue il suo esempio e le sue proposte, ivi giunge la pace, ivi si vince la paura, come insegna l’esperienza dei discepoli narrata dal vangelo odierno. Dalla paura essi passano alla gioia più grande perché il Signore è in mezzo a loro con la sua presenza e il suo annuncio di pace. Gli apostoli lo possono vedere e toccare, possono comprendere il senso della sua esistenza (v 45).
Come è bella l’affermazione di Luca che Gesù “stette in mezzo a loro”! È diventato il centro della loro vita, è lui d’ora in poi a determinare le loro scelte: è questo incontro che “dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva” (Benedetto XVI, Deus caritas est, 1). Così è anche per noi, cristiani del XXI secolo: la fede nel Risorto è la realtà più importante della nostra vita, più importante della potenza e dell’onore, della vita comoda e dei problemi quotidiani. Questa Presenza è un invito a fare attenzione a quali sono le cose preziose della vita. A questo ci esorta san Luca quando nel vangelo di oggi ci dice che nel suo nome si deve annunciare la conversione.