Coraggio, sono io, non abbiate paura! (Mt 14,27)
Dove si rivela il Signore? Questo interrogativo può caratterizzare la liturgia della Parola di questa domenica. Le letture danno alcune indicazioni: il Signore non si comunica in avvenimenti straordinari (1a lettura); né in persone e popoli privilegiati o necessariamente nell’ambito religioso (2a lettura), ma neppure nei fantasmi della notte e della paura. Il Signore a volte si trova proprio nelle persone e nelle realtà che più disprezziamo, che riteniamo le più inadeguate a rapportarci a Lui, che più ci spaventano. Il “fantasma” che fa “gridare dalla paura” i discepoli (v 26), quello è Gesù (v 27).
Dio ci è vicino sempre, specialmente nel momento della minaccia (v 24), delle tenebre (v 25), del pericolo (v 30), magari nelle forme più inusitate (v 26) e ci rivolge la sua parola. Tante volte bisognerà verificare che sia proprio Lui (v 28), magari rischiando l’impossibile, un salto nel buio (vv 29-30). L’importante non è il modo scelto da lui per venirci incontro, ma che egli venga, parli e salvi (v 30). Ciò che conta è la sua vicinanza. È la fede che rompe ogni paura, che ci fa uscire dalle nostre sicurezze per mandarci incontro a Lui.
Il vangelo di oggi è anche una meditazione sulla Chiesa e sul nostro essere Chiesa: quante volte abbiamo la sensazione di essere circondati da innumerevoli pericoli e difficoltà! Ma anche quando i suoi discepoli sono sconvolti e sembrano perdere la fede in Gesù, perché lo credono assente, la forza della sua presenza diventa coraggio e fedeltà alla missione affidata.
È l’incontro con il Signore e l’affidare a Lui la nostra vita che ci permettono di ritrovare la calma e la forza per riprendere il cammino. Di fronte alle difficoltà della vita, la parola di oggi ci invita a ritrovare un rapporto vero e profondo con il Signore Gesù.