In continuità con il brano del Vangelo di domenica scorsa, ascoltiamo oggi le ultime due cosiddette “antitesi” stabilite da Gesù tra l’interpretazione riduttiva della Legge e la novità della sua proposta, che sa risalire all’intenzione stessa di Dio.
Gesù oggi ci parla dell’amore che “va oltre”. Si tratta di andare oltre la valutazione della ragione e del torto, oltre il rigido perimetro del dovuto. Gesù innanzitutto lega l’amore alla preghiera per il “nemico”: affinché siate figli del Padre. Sì, noi diventiamo figli di Dio nella misura in cui ci comportiamo come Lui, che nel suo amore incondizionato non fa distinzione di persona.
Gesù poi conclude questa parte del discorso con una parola che apre un orizzonte straordinario se sappiamo accoglierla con fede: Siate perfetti come il Padre vostro Celeste. Gesù non esorta ad un ideale astratto di perfezione morale, ma ci invita a guardare a Dio, a imitare il suo amore completo, senza limiti né distinzione. Gesù sa che l’uomo è immagine di Dio: è se stesso se diventa come Lui, il Santo.
Essere cristiani è essere interiormente liberi: liberi di amare come si è amati. E Dio ci ama infinitamente. Cerchiamo di ascoltare la voce dello Spirito, che ci aiuta ad imitare Dio, ad esprimere nelle proprie azioni il modo di agire di Dio.