Certamente in tutta la sua vita Gesù ha letto e messo in pratica la Legge di Mosè, riconoscendola come un dono che il Signore aveva fatto al suo popolo e all’umanità. E tuttavia Gesù si pone nei confronti della Legge come colui che, conoscendo l’intenzione del Legislatore, può interpretarla con autorevolezza per renderla, per tutti gli uomini di tutti i tempi, una fonte di libertà: a noi che cerchiamo di essere suoi discepoli, chiede perciò una giustizia superiore, per qualità, a quella degli scribi e dei farisei.
Gesù, per farcelo comprendere, ricorre ad una serie di esempi: alcuni li leggiamo oggi, gli altri domenica prossima. Tra questi ascoltiamo: “Sia il vostro parlare: Sì,sì; No,no; il di più viene dal maligno”. E così stronca sul nascere il grave rischio che ci riguarda tutti, quello di una comunicazione doppia, menzognera, che impedisce ogni autentico cammino di dialogo.
Quante volte noi ci arrampichiamo sugli specchi per spiegare: è lecito, per gravi motivi, per non compromettere la causa, – e sempre a fin di bene s’intende – fare in modo che il sì voglia dire no e viceversa? Ma così ci mettiamo fuori del Vangelo. È sempre il tentativo di abbassare la Parola di Dio alla nostra statura, anziché lasciare che la nostra piccolezza sia innalzata alla Parola. Cerchiamo di “arrenderci” senza condizioni alla “novità” del Cristo. Non abbiamo paura del Vangelo! E ci ritroveremo nuovi.
Clicca sul link qui sotto per leggere tutto il nuovo numero del settimanale Camminiamo Insieme:
Camminiamo Insieme del 16 febbraio 2014